Il Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo
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APICE

apice

 
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©   F . B O N O M I   2 0 0 6 - T U T T I   I   D I R I T T I   R I S E R V A T I



APICE. [T.| S. m. Il punlo ultimo nella cima de corpi ai forma acni a. [t.] Potrebbesi dunque dire / Apice della cima. Gli e piu su e piu sottile del Vertice. = Salvili. Pros. Tose. . 208. (C) Festa fatta a quel piccolo apice, ovvero apicolo in cui risiede una magnifica villa. ( Cosi assol. non usit. qualunque materia, sicche non gli (Gi oven.), dell obelisco (Plin.), del cimiero (Virg.), della fiamma (Ovid.). Il vertice degli angoli della piramide. (Anat.) Apice del cuore, la Punta del cuore. (M.) [T.] Dicono anche : l Orifiamma, i pennelli, ipennoni, Pred. 20. 200. (Gh.) Che Piccolo corpicciuolo che si trova nella cima degli slami, rotondo, cavo nel mezzo, e nell una e nell altra parte ma pare i pennacchi. Virg. che al berretto de Flamini slava attaccato con 4. Quella Lineetta Non forse da Apere, Legare ; ma dalla radice Ap, Alp, Al, che denota in gen. Altezza e Cima. Quindi Apice esso Berretto de Flamini. Forse a significare apici della legge. Quel che e l apice raggi di Mose, all aureola de santi; onde Apice caudale ; acuminato. (Gh.) 2. H. non passera della legge vertice visus Juli Fondere lumen apex, tactuque innoxia molli Lambere fiamma comas. 5. Trasl. Ogni altezza. Machiav. nella dedic. del Princ. (Gh.) Se V. in certe parole il cui un apice alla lettera, Con occhi in questi luoghi bassi. |t.] All apice o Nell apice del comando, dell onore, della ricchezza. Anche: Sull apice. Pacat. Apice della grandezza romana. parere di levare o di delia perfezione. Salvian. 1 gradi per cui s ascende all apice della vita spirituale. —Lo una fiammella; simbolo simile ai dell essere umano. [t.] Anco in mal senso : La malizia e giunta all apice. filo e avvolto di lana. apice aggiungere (a una poesia) volta sopra una vocale per mostrare eh eli era lunga, e cosi torre gli equivoci apice che ridondi, [t.] Cosi valore e determinato dal modo che si pronunziano. Cittad. Op. 35. (Gh.) Degli apici che gli antichi solevan porre sopra alcune lettere, Sulle neppur un apice che in tutte tempo d Augusto in giu. [t.] Quintili. Apporre altezza qualche volta volgera gli un apice distinguerla. Geli. Discernere cogli occhi gli apici delle Magnificenza dall apice della sua apice, Una nel Segner. Mann. Lugl. e. menzognero parola, o per estens. d idea o di cosa. Menz. Op. 3. 315. (Gli.) Ne io sarei di Arnob. Tenpre necessita, e pedantesco. (Hot.) ipocrita, io lo capisco, ma apice. Un jota o Un apice trovano in molte iscrizioni dal le carte sacre non vi Un ette, Un jota. Vang. senso del lat. facile) un lettere. 5. Un diciamo: ha facilmente ( qui minima non e d uomo [t.] Fuscello Levis summo de (senza effetto). Ulp. Disputare degli la punta d svolgimento soprannaturale del monte si possa appuntare virgole, e sim. Segner. senza il sommo che gli ani. un poco parli bene un per tiravano alcuna neppure un che in qualunque tempo, in qualunque luogo, di ) [t.] Apice direbbesi: Sopra ogni sillaba, come si p. 341. Se non spiri altissima santita, oli questo si che parte di scritto, o di e ingannevole, ma vendico ed innocente.